Scorcio di Matera vista dal Parco della Murgia Materana

Come muoversi per visitare i Sassi di Matera

La verità è che quando per la prima volta ho cercato informazioni sui Sassi di Matera sarei voluta incappare in un articolo del genere ma dal momento che ho trovato solo guide super precise e dettagliate, ho deciso di buttare giù io ciò che avrei voluto leggere. Adesso non vanno più bene le informazioni particolareggiate? In linea di massima certamente sì, ma per chi vuole sapere come muoversi per visitare i Sassi di Matera per la prima volta secondo me no.

Mi spiego meglio: ho visitato i sassi di Matera per la prima volta in autunno e poi in inverno con pioggia battente al seguito e ho notato entrambe le volte che molte guide online e post blog sulla città citano un numero infinito di nomi: strade, chiese, siti archeologici, talmente tanti da portare il visitatore a saltarli tutti a piè pari. Perché? Perché Matera è un crogiolo di luce, natura, pietra sacra e profana, di punti d’osservazione intimi e vividi che nominare tutto preventivamente genera a mio avviso un gran caos. Ecco perché ci tengo a scrivere quali sono le cose fondamentali che devi sapere quando decidi di visitare i sassi di Matera per la prima volta, il resto puoi beatamente apprenderlo sul campo grazie all’aiuto di una guida qualificata.

Matera in un giorno di sole
Vista su Matera in autunno
Matera in un giorno di pioggia
Vista su Matera d’inverno

Guida, zaino leggero e scarpe comode

Sì, perché se c’è una cosa che sicuramente sconsiglio è: visitare Matera da soli e senza l’ausilio di un paio di scarpe comode, si può fare certamente ma ci si perde tre quarti di meraviglia e si soffre davvero tanto. A questo aggiungo che la Basilicata è mal collegata, molto meglio adesso con il FrecciaLink, ma ritengo che la macchina sia molto più utile anche per spostarsi nei dintorni. Attenzione però alle pendenze che nel centro storico mi hanno terrorizzata un po’, mai quanto quelle testate nel weekend sul Golfo di Napoli ma questa è decisamente un’altra storia!

Cosa sono i Sassi di Matera e come si raggiungono?

Innanzitutto, sai cosa sono i Sassi? Io non lo sapevo: sono antiche abitazioni della città scavate nella roccia morbida di calcarenite e abitate fin dal Paleolitico. Matera insieme ad Aleppo in Siria e a Gerico in Cisgiordania è tra le città più antiche al mondo, oggi Patrimonio UNESCO e Capitale Europea della Cultura 2019 insieme a Plovdiv in Bulgaria − che spero di visitare entro la fine dell’anno. I Sassi oggi sono abitati e a volte incredibilmente ristrutturati, l’aria è colorata, frizzante, alla moda; la città appare decisamente risorta nel corpo e nello spirito e per girarla più agevolmente bisogna prima di tutto sapere che è costituita da tre zone principali:

  • Il Sasso Barisano

a nord, che si estende lungo la strada che uscendo dalla città proseguiva verso Bari e che contiene portali scolpiti e fregi

  • Il Sasso Caveoso

a sud verso Montescaglioso, con le abitazioni disposte a gradoni che ricordano la forma di un teatro dove all’interno ci stanno i vari quartieri, rioni e contrade

  • L’alta rupe de La Civita

nella parte centrale, che divide le due valli e ospita un’imponente cattedrale romanica.

Ad ogni modo non andare via, ti prego, se prima non sei salito su in cima alla chiesa di Santa Maria di Idris interamente scavata nella roccia e situata su di una grossa rupe calcarea nel mezzo del Sasso Caveoso. Una foto e un respiro a pieni polmoni da lassù te li consiglio!

Anche il Parco della Murgia Materana merita

Una volta individuata l’area da cui partire per la visita, è importante sapere che non è sempre stato tutto oro quel che oggi luccica a Matera perché i Sassi sono rimasti a lungo cristallizzati in un immaginario tetro: furono definiti “vergogna nazionale” nella nota dichiarazione di Togliatti del 1948. Povertà, mortalità infantile, letame sotto il letto come riscaldamento e animali in casa legati alla catena hanno accompagnato l’immagine della città almeno fino alla metà degli anni Novanta, periodo in cui è lentamente ripartita. Lo sfollamento è avvenuto a partire dal 1952 a opera di Alcide De Gasperi e grazie all’opera di sensibilizzazione avviata dal libro di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli che portò diversi esponenti del mondo culturale e politico a visitare la città.

Una chiesa rupestre nel Parco della Murgia Materana

Da Alberto Lattuada con La Lupa passando per Pasolini con Il Vangelo secondo Matteo sino a Mel Gibson con The Passion, molti sono i registi che hanno scelto la città e alcuni scorci del Parco della Murgia Materana come set per la realizzazione di film entrati nella storia. Una visita a parte merita, difatti, questo parco per calpestare luoghi cinematografici illustri che richiamano molto i panorami della Terra santa. Qui si possono scoprire intere costellazioni di chiese rupestri, grotte naturali, architetture ipogee, cisterne, masserie, chiese e palazzi costruiti lungo i pendii delle gravine adagiate dirimpetto alla città.

Dove c’è vita c’è acqua, e nei Sassi di Matera c’è vita

Matera è un racconto che si snoda tra un susseguirsi di scale, vicoli, pendenze e continui rimpalli tra luce e pietra. È povera d’acqua, niente laghi e niente fiumi nelle vicinanze ma è riuscita a svilupparsi per millenni grazie ai suoi progenitori che hanno prodotto un’incredibile rete di canali, grondaie e conche per non sprecare nemmeno una goccia d’acqua. Se proverai a seguire le incisioni calcaree scavate dall’acqua piovana ti renderai conto che la città è un insieme di minuscoli affluenti che raccolgono tonnellate d’acqua da dirottare nelle grotte, dove può essere conservata al fresco.

Uno scorcio del Parco della Murgia Materana

Dove c’è acqua c’è vita, e nelle grotte c’era vita quella stessa vita che oggi viene accolta all’interno di ristoranti e locali sviluppati interamente nei sassi. Consiglio, infatti, nel tuo viaggio tra le rocce di Matera di non saltare per nessuna ragione al mondo il test enogastronomico: pane materano oggi prodotto IGP, salsiccia lucanica di Cancellara, strascinate con il peperone crusco essiccato e fritto, e poi “cosa vuoi di più dalla vita?”: un Amaro Lucano magari, souvenir imperdibile della città.

Aspetto di sentire le tue impressioni su Matera: hai già lasciato che i colori del suo tramonto ti travolgano e che la pendenza della sua luce ti abbagli? Io da quando l’ho vista non smetto di pensare che avrei dovuto farlo molto tempo prima.

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