Vista panoramica dal 70° piano del Rockefeller Center

Cosa fare prima di partire per gli Stati Uniti?

L’anno scorso proprio come in questo periodo ero super presa dalle cose da fare in vista della partenza per gli Stati Uniti. Uno tra i viaggi più indimenticabili dei miei 30 anni su questa terra: ve lo dico! Non è stata la prima volta che ho sorvolato l’oceano, ma è stata in realtà la prima volta che l’ho fatto completamente da sola gestendo i preparativi senza alcuna delega.

Parto subito col dire che viaggiare dall’altra parte del mondo per un italiano medio, che tra tutti gli europei è quello che viaggia di meno (lo dicono le statistiche!), non è proprio così facile come prenotare un biglietto a caso su Ryanair dopo aver inserito come destinazione: ovunque. Qui le cose si complicano e non poco, anche a cominciare per esempio dall’acquisto di una sola guida, sufficientemente utile a comprendere New York City, che consta di quasi 500 pagine. E allora meglio armarsi di pazienza e di una buona dose d’organizzazione per capire sin da subito quali sono le cose fondamentali da fare prima di partire.

Guida della Lonely Planet su NYC da consultare prima di partire per gli Stati Uniti
Ho utilizzato questa guida che costa intorno ai 20 euro + una guida sul New Jersey che mi ha prestato il mio bbf

Due cose che ho appreso nel periodo di preparazione del mio viaggio oltreoceano sono:

  • qualsiasi periodo uno scelga per andare e restare negli Stati Uniti sarà sempre estremamente limitato rispetto a tutto ciò che è possibile vedere, fare, scoprire
  • le distanze sono talmente lontane dalla concezione europea che volendo il viaggio può diventare un viaggio nel viaggio del viaggio. E così all’infinito, in un vortice super eccitante da rivedere in base alle proprie possibilità. Perché? Si fa presto a dirlo: bisogna recarsi negli Stati Uniti con un budget cospicuo, utile a viverci da vacanzieri.

Certamente ognuno ha la sua misura e “cospicuo” vorrà dire cose diverse per un tesoriere in Svizzera e per un freelance come tanti in Italia, però non smetterò mai di ripetere che per dirigersi nei paraggi della Grande Mela bisogna fare due conti, consapevoli che alla fine del viaggio non torneranno nemmeno quelli. L’America è la patria dei costi extra sull’acquisto di una camera, delle tasse su beni e servizi non comprese nei prezzi esposti, delle mance obbligatorie al ristorante. Qualsiasi prezzo non va considerato mai come prezzo finale, c’è sempre qualcosa da aggiungere che non avevamo considerato alla partenza.

Sembrerebbe sin qui che a ordinarci di andare negli Stati Uniti sia dunque il medico, con obbligo di ricetta all’ingresso, e invece no gran parte del mondo avverte questa naturale attrazione verso uno dei posti più seducenti al mondo dove è possibile visitare una sorprendente varietà di culture ed etnie con un’unica corsa in metro. Nemmeno io – che non sono così glamour da aver sognato la New York di Sex & the City, delle colazioni da Tiffany e delle gemelle Olsen – sono scampata a questo destino. Io sono una trentenne umile e l’idea di andare a NYC in autunno mi si è insinuata subdolamente negli anni 2000 quando quella faccia tosta di Will perdeva la testa per la giovane Charlotte in giro per Central Park, che non solo aveva meno della metà dei suoi anni ma stava anche per morire a causa di un grave problema al cuore. Secondo voi poteva essere meno drammatica di così la mia ispirazione? Assolutamente no!

Donna che passeggia per Central Park
Io che vago per Central Park alla ricerca di Richard Gere e Winona Ryder

Ora bando alle ciance, sulla base della mia esperienza vi lascio un elenco di cose ripreso dai post-it sparsi sulla mia scrivania cui bisogna pensare, sborsando del denaro preventivo, per poter atterrare safe and sound nelle braccia di Trump.

 

1. Prenotare l’aereo con largo anticipo

Prenotare un biglietto aereo a/r per l’America può arrivare a sfiorare anche mille euro, soprattutto se non si prenota in anticipo con un occhio periodico alle tariffe delle diverse compagnie aeree, o se per esempio si vogliono sfruttare periodi di vacanza super gettonati: dicembre, gennaio o l’estate. Il periodo migliore secondo me è quello che, guarda caso, ho scelto io prenotando sul finire di agosto insieme all’amica Norwegian: la seconda metà di novembre, che include giorno del Ringraziamento, Black Friday e accensione dell’albero di Natale al Rockefeller Center. Se non ora, quando? cit.

2. Il passaporto, my friend!

Il passaporto è un altro onere a carico di chi gira spensierato per l’Europa con una semplice carta d’identità e a una certa vuole sorvolare il continente. Il passaporto elettronico che sia da rinnovare, da richiedere ex novo o con scadenza inferiore ai sei mesi va fatto e implica un po’ di sbatti:

  • una richiesta reperibile online da compilare e presentare alla Polizia di Stato
  • 42.50 euro da versare tramite bollettino postale prestampato al Ministero dell’Economia e delle Finanze,
  • marca da bollo da 73.50 euro da prendere al tabacchi sotto casa
  • carta d’identità (che si spera sia in corso di validità, almeno quella!)
  • 2 fototessere che il sistema non accetta, sebbene scattate con reflex e carta da parati sullo sfondo, se non rispettano tutte le linee guida richieste. Perciò tirate fuori dai 6 ai 10 euro e rifatele daccapo, perché devono essere recenti.

3. Dove vai se l’ESTA non ce l’hai?

L’ESTA, in italiano, Sistema Elettronico per l’Autorizzazione al Viaggio è una richiesta da inoltrare al governo americano tramite il sito ufficiale del Dipartimento di Sicurezza Nazionale. Si tratta di un’autorizzazione telematica, alternativa al visto, che giunge nel giro di poche ore dall’inoltro e che possono ottenere tutti quei viaggiatori internazionali la cui residenza ricade in uno dei Paese soggetti al Visa Waiver Program. Noi italiani siamo fra questi, dunque con 14 dollari, qualche dato sul viaggio, sul soggiorno, sulla famiglia di provenienza, sul lavoro preesistente e con la dichiarazione di non essere: narcotrafficante, spacciatore, terrorista, malato mentale o affetto da ebola, colera, malaria e simili si può ottenere un documento con validità biennale che autorizza al superamento del confine americano. Ma attenzione, per non più di 90 giorni in totale. Bisogna fare molta attenzione ai siti fake che spacciano il rilascio dell’ESTA previo pagamento di denaro extra: il sito governativo ufficiale è solo questo!

Sito ufficiale del governo americano per fare l'ESTA

Very Important Tip prima di partire per gli States

Consiglio di prenotare prima il posto dove alloggerete o di chiedere l’indirizzo di casa di chi vi ospiterà perché dovrete essere molto attenti nella compilazione, e comunque ve lo richiederanno anche in aeroporto ai controlli. Un posto diabolico dove io non ci ho capito quasi nulla ma ho trovato un addetto che parlava italiano, thanks to God, e che mi ha chiesto l’albero genealogico della mia vita e dell’amico che mi ospitava.

4. Assicurazione, Assicurazione, Assicurazione

Tra le cose di cui sentirete parlare prima di partire per gli Usa c’è sicuramente l’assicurazione. Perché l’America è bella assai ma lo è meno se per una distorsione alla caviglia e relativa fasciatura cominciano a partire dollari come missili. In Europa l’accesso alle cure è garantito a tutti, a prescindere dal censo e dal reddito, in America il cittadino può curarsi soltanto se ha stipulato una copertura assicurativa previa o se ha soldi sufficienti per far fronte ai costi dell’operazione, della visita o del ricovero. Nell’internet ce ne sono per tutti i gusti e soprattutto per tutte le tasche, ma le cose che ritengo fondamentali nella scelta dell’assicurazione di viaggio a fronte di tutta la ricerca che ho fatto sono tre:

  • pagamento diretto per ricovero ospedaliero
  • copertura per malattie croniche/pregresse (se ne avete)
  • spese mediche possibilmente illimitate, ma comunque superiori ad 1 milione di dollari.

5. Soldi, prese, offerte per comunicare dall’estero

Molti local consigliano di cambiare un po’ di dollari direttamente in Italia con un tasso più vantaggioso e di utilizzare per il resto del tempo sempre e solo carta di credito circuito Visa/Mastercard accettata ovunque e nel 99% dei casi. Aggiungo che le prese americane non combaciano con quelle europee e dunque, in base ai diversi dispositivi che pensiamo di portare dovremo procurarci degli adattatori. Poi cos’altro? Bisogna sentire la propria compagnia telefonica qualche tempo prima per capire quali offerte internazionali ci sono a disposizione. Mi raccomando fatevi spiegare tutto ben benino e segnatevi le date di scadenza delle offerte, perché rischiate di restare fermi in macchina delle ore sulla strada che collega Washington DC a NYC per tutti gli imprevisti possibili e immaginabili della storia e nel frattempo dover litigare con la tipa della Wind in Italia perché vi risulta impossibile anche solo inoltrare chiamate.

Che dire: semplice, vero? No, per niente però tutto lo sbatti ne varrà davvero la pena. Attendo di sapere da voi se c’è qualcosa in particolare del mio soggiorno negli USA che vi piacerebbe sapere. A vostra disposizione! 😊

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