Cosa vuol dire scrivere per il web? Progettare!
Per gli addetti ai lavori “scrivere online” vuol dire una miriade di cose che assumono declinazioni diverse in base agli ambiti di competenza, ma cosa vuol dire per una persona comune “scrivere per il web”? E a cosa serve?
Me lo chiedo sempre più spesso negli ultimi tempi, in particolare da quando ho iniziato a presentarmi in pubblico e a esordire con: “mi occupo di scrittura professionale per il web”. Di fronte a questa affermazione mi ritrovo spesso fronti corrucciate, che si ridistendono solo quando continuo con un “e sto per conseguire il patentino come giornalista pubblicista”. È evidente come la maggior parte della gente in ascolto si chieda a più riprese cosa realmente voglia dire scrivere per il web; tant’è che probabilmente è proprio per questo che mi sono sentita quasi inviata dal dio dei copywriter a dipanare il mistero.
Dove si nasconde la scrittura per il web
È da qui, e non solo, che nasce l’esigenza di parlare di scrittura professionale per il web che è nascosta anche dove non immagini: nei microtesti dei pulsanti su cui clicchi per scaricare file, nelle schede prodotto delle cose che compri, nei post dei blog che leggi, sui canali social del tuo brand preferito, nei testi del tuo sito aziendale, nella descrizione del viaggio last minute che hai acquistato qualche settimana fa. C’è scrittura professionale in tutti questi posti qui? Sì, e la vera notizia è: non solo qui, ovunque. C’è scrittura professionale nel web (e non solo) tutte quelle volte in cui all’ispirazione creativa si accompagna lo studio, la strutturazione delle informazioni, la revisione, il rispetto delle scadenze e la disciplina.
Come cominciare un progetto di scrittura
Cosa vuol dire quindi scrivere per il web? Progettare. E come qualsiasi progetto che si rispetti anche un progetto di scrittura comincia dal primo passo o meglio dalle prime domande: quelle da porre a se stessi e poi al cliente perché venga fuori un lavoro che soddisfi ambo le parti. Per creare la mia lista di domande io mi sono ispirata ad alcuni suggerimenti di Luisa Carrada, ma in realtà si tratta di una lista ad alto tasso di personalizzazione che puoi arricchire come vuoi. Ecco qui la mia:
Che obiettivo voglio raggiungere?
Convincere l’ufficio commerciale che il mio prodotto è sicuro e affidabile, spiegare ai dipendenti l’esatta procedura di erogazione di un servizio, accompagnare il cliente nel processo d’acquisto senza fare passaggi extra.
A chi mi devo rivolgere?
Spesso i destinatari sono diversi, vanno elencati tutti con particolare attenzione ai destinatari indiretti: quelli che ci leggono e ci ascoltano anche se a noi sembra che non lo facciano.
Quanto spazio ho a disposizione?
Un libro, un post blog, lo story board di un video, un tweet, una brochure: il limite di caratteri è la cornice entro cui organizzare il lavoro per equilibrare correttamente tempo ed energia.
Quale sensazione vorrei suscitare in chi legge?
Prova a immaginare la frase, il pensiero che vorresti venisse in mente a chi legge ciò che hai scritto. In questo modo tutta l’attività di scrittura che condurrai sarà volta a raggiungere quest’obiettivo passo dopo passo.

Passare dal progetto alla ricerca di fonti
Una volta che abbiamo stabilito i nostri obiettivi di scrittura possiamo passare alla ricerca di tutto ciò che può tornarci utile per scrivere adeguatamente di un argomento. In realtà tutto ciò in cui incapperemo, da quel momento in poi, anche casualmente non farà altro che parlarci del nostro progetto perché adesso ci è chiara la direzione verso cui vogliamo andare.
A chi scrive per mestiere spesso capita di dover parlare di argomenti che non sceglie, che conosce poco o sui quali non si è mai adeguatamente informato. La ricerca è un passaggio fondamentale in questo senso che aiuta a focalizzarsi sull’argomento, a entrare nel linguaggio specialistico per decriptarlo (se possibile) e renderlo intelligibile. Per portare i risultati sperati la ricerca va organizzata attraverso tutti quei mezzi che oggi ci vengono in aiuto, ma sebbene gli e-reader e le app deputate a questo scopo oggi siano molte io spesso rimango anche involontariamente legata alla tradizione.
Taccuini e post-it
Sono il posto principale dove prendo appunti durante i momenti di formazione, quando faccio interviste e ho bisogno di segnare alcuni dettagli cruciali, quando collego idee che mi sono venute in contesti diversi e devo fare sintesi, quando leggo libri e voglio appuntarmi delle riflessioni circostanziate. Strumenti questi che permettono anche di riportare per iscritto, e con più immediatezza, punti di vista di persone in carne e ossa. Pensiamo sempre ai destinatari, più li conosciamo e più riusciamo a entrare nelle loro corde, e se non ci parliamo direttamente ascoltandoli e magari ponendo delle domande aperte probabilmente non li conosceremo mai a fondo.
Documento di testo
Ci sono app come dicevo utili a questi scopi, una su tutte Evernote che aiuta a raccogliere e organizzare informazioni sparse sul web, ma la verità è che io spesso cado in tentazione con il buon vecchio Documento di testo dove copio incollo tutto quello che mi potrebbe eventualmente servire (non come plagio futuro, ovviamente!) e che poi rinomino inserendolo all’interno della cartella specifica sull’argomento (questo per evitare che il desktop diventi un caos a elevato tasso entropico).
Digitazione vocale
Vai su Google, crea un nuovo documento, clicca su Strumenti e attiva la Digitazione vocale. Da qui avrai l’opportunità di portare in Word informazioni che spesso sono contenute in file PDF non modificabili, o semplicemente potrai dettare con facilità tutto ciò che hai ascoltato, sentito, pensato. Questo è uno strumento che può tornarti utile anche nel caso in cui devi prepararti per un intervento in pubblico. Dopo aver scritto il testo e averlo provato diverse volte a voce, puoi riscriverlo attraverso questo strumento per avere la certezza di dar vita a un intervento “umano”, vicino al modo di parlare e di sentire di chi ti ascolta. Certezza quasi matematica, perché un feedback “scientifico” potrà dartelo solo il tuo pubblico!
Tutto questo materiale va raccolto e sistemato all’interno di mappe mentali o schemi che possiamo adattare alle nostre preferenze di scrittura e che ci guidano nella selezione delle informazioni che porteranno alla creazione finale. Il processo si ferma qui? Ovviamente no, ma ritengo che la fase di redazione, di riposo e revisione del testo sono fasi da trattare in un secondo momento perché scrivere per il web è innanzitutto progettare in maniera strutturata.
Scrivere lungi dall’essere solo un’attività creativa che nasce da un guizzo estemporaneo, è una disciplina che richiede metodo e competenze professionali.
Lo sapevi che sono infinite le occasioni in cui avresti potuto aver bisogno di qualcuno in grado di scrivere in maniera professionale per te? Sono curiosa di sentirti!