Prego, ribellatevi pure!

Quando sono felice scrivo, quando sono incazzata scrivo, quando ho un’intuizione scrivo, quando voglio ritornare al bello scrivo. Scrivo quando non so dare un ordine preciso ai pensieri, quando ho bisogno di diagnosticarmi una malattia e prescrivermi la cura. Scrivo non sempre su carta, nemmeno al pc, spesso nella mia testa. Ho una miriade di intuizioni che riesco a descrivere fin nei minimi dettagli poi però decido di non consegnarle all’immortalità della carta, e così volano via proprio come sono venute.

Questo spazio nasce dopo un lungo tormentato processo di ricerca, scavo, soqquadro. Uno spazio definito tassello dopo tassello che ha l’ambizione di diventare il mio personale perimetro di immortalità. Uno spazio dove tenterò di segnare proprio quelle intuizioni che passano, i pensieri che poi volano. Uno spazio di ribellione militante, uno spazio dove finalmente non mi preoccupo più di pensare a tutto ciò che non andrà bene e inizio a pensare a ciò che posso fare perché qualcosa vada per il verso giusto.

Questo sarà lo spazio dove continuerò a ribellarmi al già detto, al già sentito, dove proverò a portare una visione che non avevo considerato fino a qualche minuto prima. Sarà lo spazio dove mi aprirò alle possibilità, non il perimetro entro cui mi chiuderò per paura di non essere abbastanza. Partirò da quello che ho scoperto per andare verso tutto quello che non so.

Cosa ho scoperto?

  • Andando assiduamente in palestra da poco più di anno ho scoperto che sono stata lungamente considerata poco agile senza che ve ne fossero presupposti reali, biologici, fisici per affermarlo. E se anche c’erano a quanto pare erano superabili
  •  Litigando lungamente con mio padre ho scoperto che il rapporto di filiazione raggiunge parte del suo compimento quando il figlio capisce che non è più al “padre” che deve delegare la sua felicità. Una cosa complessa, passeggera, mutevole e cangiante come i tempi che viviamo.
  • Ho scoperto che molti uomini (non tutti per fortuna!) vorrebbero donne consenzienti, riconoscenti e anche piuttosto silenziose per continuare la loro malcelata e anche spesso goffa scalata verso il potere. 
  • Ho scoperto che tante donne, molte più degli uomini, vorrebbero intorno a loro donnine lamentose, remissive, bisognose di continue attenzioni. Per non subire il pungolo del confronto.
  • Ho scoperto questo all’alba dei trentanni e chissà quante cose sono destinata a scoprire ancora, in questo che per me è l’unico viaggio che veramente conta. Quello nel tempo e nello spazio! 

Rimetto nelle vostre mani dunque questo spazio perché qui possa fiorire tutto ciò che oggi – dall’esterno dicono – è impossibile nasca: fiducia nel cammino, sguardo aperto sul mondo e umanità in tutto ciò che ci scambiamo.

Parole, sguardi, gesti.

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