Viaggiare da soli. 5 consigli per chi lo fa per la prima volta.
Come vi ho raccontato un paio di mesi fa sul mio canale Instagram il 4 dicembre del 2013 ho deciso che fino a quando sarebbe stato possibile avrei trascorso il giorno del mio compleanno fuori, e così da quell’anno è cominciata la saga: 2014 Zakopane e Monti Tatras in Polonia, 2015 Barcellona, 2016 Bucarest e la Transilvania, 2017 Madrid, 2018 New York City e New Jersey on the road, 2019 Norimberga.
Sebbene avessi già viaggiato altre volte da sola, questa è stata la prima vera volta in cui non ho incontrato nessuna faccia conosciuta all’arrivo. Sì perché se è vero che per esempio ho già trascorso un weekend da sola in Versilia, è anche vero che ero comunque in Italia e che avrei colto l’occasione per salutare un’amica nei paraggi. Sono anche andata in America da sola ma anche lì avrei incontrato un caro amico che mi avrebbe ospitato per il resto dei giorni (anche se ho girato NY da sola per circa una settimana e ho dormito una notte nientepopodimeno che a Brooklyn, ma di questo ve ne parlerò in un’altra occasione). Insomma, a Norimberga ho finalmente deciso che ci sarei andata da sola. Completamente da sola.
Al ritorno oltre ad aver accolto un sacco di auguri dal vivo che mi ero saltata stando lì, ho accolto anche una domanda che si è ripetuta uguale a sé stessa più e più volte.
Sei andata a Norimberga veramente da sola?
Sì ragazzi, la risposta è sì. E ho aggiunto spesso sorridendo: “io e me stessa!”. Le reazioni sono state le più disparate, tra chi mi ha espresso stima, chi mi ha chiesto da dove cominciare per fare una cosa del genere e chi non ha perso occasione per ricordarmi quanto sono pazza, che comunque per me è sempre un attestato di stima. Queste domande celano non solo diversi aspetti culturali su cui riflettere (magari in altra sede), ma anche diversi bisogni. Uno fra tutti incontrare almeno una volta nella vita qualcuno che ci faccia cambiare prospettiva, che ci faccia vedere le cose a testa in giù e che ci spinga a credere che le cose impossibili certamente esistono, ma non sono la maggior parte.
“Non so mai cosa scriverti nel giorno del tuo compleanno per non risultare scontata, la banalità è una cosa che non meriti”, “Ti stimo molto, perché solo chi fa può realmente pensare di cambiare”, “Un tuo pregio è che sei una donna forte che rende più forti anche gli altri”. Questi e altri messaggi nel giorno del mio compleanno mi hanno fatto riflettere molto su quanto ciò che facciamo parla molto più di ciò che in realtà diciamo e da lì è nato questo pezzo che mi auguro vi aiuti a cambiare prospettiva, almeno una volta all’anno. Al mese o addirittura al giorno.
Da dove si comincia per viaggiare da soli?
Ve lo dico con franchezza e senza spocchia malcelata: io non credo di aver fatto nulla di così tanto eroico, se non mettermi per l’ennesima volta alla prova con una delle poche cose che mi riesce meglio nella vita e cioè viaggiare. È per questo che ho pensato di buttare giù cinque agili consigli per chi volesse dilettarsi nella stessa impresa, consapevole che per ogni cosa ci vuole allenamento. Bisogna cominciare dal livello base e arrivare al PRO per gradi, il rischio diversamente è di farsi male.
Cominciate scegliendo di passare fuori solo un weekend
Testarsi sul campo è importante, perché così facendo possiamo renderci conto se l’esperienza che abbiamo deciso di vivere fa per noi o se abbiamo bisogno di aggiustare il tiro. Io consiglierei di non cominciare a viaggiare da soli lanciandosi in Vietnam o in un on the road nelle Filippine, perché certamente sarà un’esperienza fantastica ma bisogna sempre tener presente che viaggiare da soli vuol dire soprattutto contare solo sulle proprie forze.
Avete mai sentito parlare di cultural shock? Bene, tenete sempre a mente che un improvviso cambiamento dello stile di vita dovuto al trasferimento in un ambiente sociale e culturale differente può causare problemi di adattamento, che vanno affrontati per gradi.
Documentatevi sul luogo, leggete molto, conoscetelo
Oggi molti viaggiano per pura passione e nella stragrande maggioranza dei casi nessuno ha ereditato tesori da un ricco magnate russo, dunque a guidare nella scelta è spesso l’offerta dei voli Ryanair, EasyJet e altre loro cugine sempre della famiglia low cost. L’impulso a risparmiare nella scelta della meta se da un lato limita il raggio di spostamento, dall’altro permette di avere più budget a disposizione per sperimentare esperienze diverse in loco. Perciò il mio consiglio è: documentatevi sul luogo scelto, comprate una guida, scaricate la mappa della città, studiate i quartieri, la distanza dall’aeroporto – spesso i voli costano molto poco ma la distanza dall’aeroporto al centro città può arrivare anche a superare l’intero costo della tratta a/r, capite la moneta locale, le zone migliori dove alloggiare. Ormai grazie ai blog si può veramente conoscere di tutto!
Scegliete una città ben collegata con i trasporti pubblici
Come prima esperienza consiglierei sicuramente una città super collegata con i mezzi pubblici per diversi motivi:
- costano ovviamente sempre meno
- al di fuori dell’Italia sono efficienti ovunque
- soprattutto liberano dalla paura del primo approccio con il tassista: cosa gli dico? Mi farò capire? E se è una truffa? Tutte domande lecite per chi per esempio non ha tanta confidenza con l’inglese. È altrettanto vero che in alcuni Paesi bisogna stare molto attenti ai tassisti senza licenza che, oltre a non sapere se ci porteranno mai a destinazione, possono anche arrivare a chiederci una cifra esorbitante e del tutto arbitraria.
Perciò, studiate bene i mezzi di trasporto, come fare i ticket all’arrivo e sarete pronti per conquistare il mondo!
Scegliete di dormire in ostello o in soluzioni condivise
Ci sono tanti gruppi di mutuo aiuto per chi decide di partire da solo: tra questi consiglio Ragazze in gamba, Viaggiare in solitaria o i gruppi di Italiani che abitano in qualsiasi altra parte del mondo. Tipo Italiani a Varsavia, Italiani a Bucarest, Italiani a Dublino, tutti gruppi molto utili per avere notizie testate da chi abita già sul posto stabilmente. Tutti questi posti possono essere d’aiuto, d’ispirazione e anche un motivo in più per provare un’esperienza di viaggio che si potrà poi condividere al ritorno. È proprio in questi gruppi che ho iniziato a leggere di altre ragazze che viaggiano alloggiando stabilmente in ostello, anche qui il tema è dibattuto (e soprattutto cambia anche in base al genere, perché se a viaggiare da solo è un uomo le cose da tenere in considerazione sono un po’ diverse) ma per raggiungere il proprio equilibrio bisogna prima testare varie opzioni.
Io ho scoperto che questa per me è una valida alternativa perché mi consente di viaggiare da sola senza mai esserlo di fatto, in ostello le stanze e gran parte degli spazi a disposizione sono in comune (anche se esistono ostelli con camere private).
Anche di questo argomento vorrei parlarvi più nel dettaglio in un altro post, ma di base posso assicurare che scegliendo un ostello appartenente a una catena europea, in una zona centrale e con un giudizio sulla pulizia alto il rischio di sbagliare è davvero molto molto basso.
Organizzate il bagaglio a mano in maniera “intelligente”
Non so voi ma io quando organizzo il bagaglio a mano per un viaggio da sola non lo organizzo con la stessa attenzione con cui lo faccio quando viaggio in compagnia. Perché? Perché so che quando non sono sola posso delegare il phon, le prese nel caso servano, alcuni prodotti per il corpo. Oppure so che se arrivo in aeroporto e ho sforato con i kg posso passare la roba extra all’amica più precisa e ordinata di me o a chi non ha sfruttato pienamente tutto lo spazio a disposizione. Ecco, sfruttare in maniera “intelligente” lo spazio disponibile per me vuol dire:
- capire che temperature troveremo e sapere già da adesso che abbinamenti indosseremo.
- sapere già da prima quali sono gli indumenti che nel caso di peso extra del bagaglio possiamo tirare fuori al volo e indossare (pashmina, cappelli, giacche e simili).
- ottimizzare lo spazio del beauty case che spesso rappresenta uno spauracchio soprattutto per noi donne.
Il mio consiglio è di scegliere un contenitore taglia 100 ml per ciascuna esigenza: crema corpo, viso, bagnoschiuma, shampoo, crema mani, deodorante in aggiunta allo spazzolino e al dentifricio. Una cosa fondamentale da non dimenticare sono prodotti in più per chi come me ha la pelle del viso delicata come quella di un neonato e quindi subisce negativamente qualsiasi tipo di sbalzo termico. A maggior ragione dopo i 30 anni.
Lo scorso settembre al Blogging Camp ho conosciuto Abiby, un’azienda che produce beauty box con prodotti travel size che vi ho mostrato anche nelle stories di Natale: maschera viso della felicità, smalto traspirante e siero probiotico. Il siero, per esempio, è una manna dal cielo per chi ha la pelle secca o che tende a macchiarsi facilmente. Qualcuna mi ha chiesto di parlarne, eccovi accontentate: Abiby seleziona ogni mese prodotti beauty e per la cura del corpo e li spedisce direttamente a casa, all’interno di un’ampia selezione di cosmetici prodotti in tutto il mondo. Ad ogni modo ormai gran parte delle case cosmetiche fa prodotti travel size perciò non esitate a selezionare l’indispensabile e a lasciare a casa tutto il resto: tipo lo smalto traspirante.
Vi avrei voluto dire come sempre una caterva di altra roba in più, intanto però iniziare con questi piccoli step secondo me è un primo nuovo passo verso qualcosa che potrebbe sembrare lontano da noi, difficile, distante ma in realtà è più vicino di quanto non pensiamo.
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